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Stories Untold: la recensione

A chi potrebbe mai venire in mente nel 2020, mentre si parla di next-gen, ray tracing e controller aptici, di sviluppare un’avventura testuale come Stories Untold? A quei matti di No Code, piccolo team scozzese che ha trasformato in un gioco fatto e finito una piccola idea partorita durante una sfida tra programmatori nel 2016. E per fortuna che c’è qualcuno ancora più matto di loro, ovvero Devolver Digital che ha deciso di finanziare e pubblicare questo progetto che non sarà rivoluzionario, ma nella sua originalità dimostra come sia possibile ancora concepire e realizzare qualcosa di nuovo e inaspettato. E di sorprese ne riserva parecchie Stories Untold. Non solo per le sue meccaniche prese di peso da un genere ormai quasi preistorico e rinvigorite con innesti di modernissima consapevolezza, che consente al gioco di sfondare la quarta parete e parlare direttamente con il giocatore, ma anche per le trovate con cui riesce a farti saltare sulla sedia.

L’ispirazione verso una certa estetica anni ’80 è piuttosto evidente.

Nella cripta di zio Tobia

Forse pochi coglieranno il rimando a questo classico della seconda serata televisiva di qualche decade fa, ma sono proprio quelle atmosfere di fanciullesco terrore anni ’80 (riprodotte di recente da Stranger Things) a pervadere dall’inizio alla fine Stories Untold. L’avvio è spiazzante: dopo aver selezionato il primo capitolo, The House Abandon, il solo inizialmente giocabile dei quattro disponibili, un breve video che richiama l’estetica della celebre serie Netflix ti catapulta davanti a una schermata semi fissa. Sulla sinistra c’è uno schermo, sulla destra una tastiera, una lampada e alcune foto di famiglia incorniciate. La luce è soffusa, sul monitor il cursore lampeggia. Quello che scorre attraverso il testo a video è l’inizio di un racconto, poi il cursore si blocca e come nelle vecchie avventure testuali puoi decidere (attraverso il pad) quali azioni far compiere al tuo personaggio. Qualcosa però a un certo punto inizia a suonare strano: perché scrivendo “Spegni la luce” a video si è spenta la luce anche nella stanza?!

Benché non sia un vero e proprio gioco horror, Stories Untold ha dei momenti in cui riesce a mettere i brividi.

La paura oltre il monitor

Quella che all’apparenza sembra essere solo una semplice avventura testuale, una provocazione fuori tempo, un tributo a un’epoca che non c’è più, si rivela ben presto qualcosa d’altro e molto di più. Di colpo, quella scrivania, quella lampada, quelle foto, persino quel vecchio computer e la casa che lo ospitano non sono più uno scenario statico, uno sfondo in cui incastonare le parole che scorrono sullo schermo. Con un colpo di scena notevole e imprevisto (il solo che ti svelerò per non farti perdere il gusto di giocare l’intera avventura) anche lo scenario viene risucchiato all’interno del gioco portando con sé il giocatore, ovvero te. C’è qualcuno in quella stanza che batte le dita sui tasti, che controlla lo sviluppo di un’avventura grafica, che sembra saperne molto più del dovuto di quella casa, di quella stanza, di quel computer, e quel qualcuno sei ancora una volta tu. Un viaggio mentale che è solo l’inizio di ciò che ti aspetta.

I puzzle sono molto lineari, ma richiederanno uno sforzo (e in alcuni casi persino di decifrare il codice morse).

Due ore di meraviglioso terrore

Quel che sorprende di più di Stories Untold è che non finisce mai di stupire, osare e sperimentare. The House Abandon è solo un antipasto di quella che si rivela una costante scoperta di trovate e soluzioni di gameplay che cresce in The Lab Conduct, The Station Process, and The Last Session, i tre episodi successivi, all’apparenza scollegati tra loro. Se nei primi minuti di gioco si ha l’impressione di ritrovarsi di fronte a una semplice e piuttosto limitata avventura testuale, The Last Session arriva ad includere persino sequenze in prima persona. Sarebbe un peccato dire di più, o rivelare come si arrivi fin lì: il piacere della scoperta accompagna ogni singolo minuto di questa stramba e stimolante avventura, nonostante la breve durata. Visto il prezzo davvero contenuto, Stories Untold è un piccolo gioiello, un titolo strano e fuori di testa che si finisce in una serata, ma che merita tutta l’attenzione che riesce a catturare con la sua imprevedibilità.

Sviluppatore: No Code, Distributore: Devolver Digital, Piattaforme: PlayStation 4 (provato), PlayStation 5 (compatibile)  

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Giocabilità

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Longevità

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Grafica

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Audio

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Extra

Semplice, efficace e scritto molto bene

PRO

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GLOBALE

Dura molto poco ed è solo in inglese

CONTRO

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